Letismart, il nuovo compagno fedele di chi non vede
Letismart, il nuovo compagno fedele di chi non vede
Con Trieste Trasporti la prima implementazione in Europa.
TRIESTE. È il primo esempio in Europa dell’applicazione di questa tecnologia; e Letismart non è "nient’altro" che il bastoncino bianco che siamo già abituati a vedere in mano ai ciechi e agli ipovedenti. Ma con un cuore tecnologico che lo trasforma in uno strumento capace di avvertire il mondo che lo circonda, realizzando un’esperienza di realtà aumentata d’assistenza, dove il protagonista non è l’immagine ma è la voce, e dove il vedere lascia il posto all’interagire. È uno strumento semplice nell’aspetto, geniale nell’idea, complesso nella realizzazione, ma facile nell’uso, e avvicina il mondo di chi non vede, o è fortemente limitato nelle capacità visive e soffre di una disabilità, a quello di chi può avere una vita normale. È stato presentato ufficialmente questa mattina 9 luglio 2019 nella sede della Regione Friuli Venezia Giulia in Piazza Unità d’Italia, a Trieste.
Progettato dall’ingegner Marino Attini, presidente della sezione di Trieste dell’Unione Italiana Ciechi, viene realizzato dalla triestina Scen, una società leader in Italia nella prototipazione e sviluppo di campionature di un tipo particolare di componente del grande mondo dell’elettronica, gli assemblaggi di circuiti stampati di ultima generazione o PCBA. E va a costituire un mattoncino fondamentale di una Trieste che si avvia a diventare Smart City. “Letizia era il nome di mia moglie, scomparsa prematuramente”, racconta con emozione Marino Attini, “ed è a lei che ho voluto dedicare questa idea: ringrazio tutti coloro che mi hanno affiancato permettendomi oggi di realizzarla”. Oltre all’idea, e alla realizzazione dei primi prototipi, il bastoncino Letismart, brevettato e certificato da Irifor e dall’Aniomap, aveva bisogno di una palestra d’allenamento, di una situazione reale in cui dimostrare le proprie capacità, testare l’affidabilità e trovarsi di front e a problemi reali da affrontare e risolvere per uno sviluppo completo: la palestra, la sfida rappresentata dalla vita reale Letismart l’ha trovata sugli autobus e nel sistema di trasporto pubblico locale di Trieste Trasporti, che ha lavorato assieme ad Attini e a Scen per due anni nella sperimentazione e messa a punto della tecnologia che permette di essere più autonomi e sicuri. “Un risultato di grandissima valenza etica. Un progetto innovativo che emoziona”, ha dichiarato il presidente di Trieste Trasporti, Pier Giorgio Luccarini; “L’iniziativa”, così l’assessore Graziano Pizzimenti, assessore regionale per l’Infrastruttura e il Territorio, “ha la mia più profonda ammirazione e tutto il mio consenso. Non solo sotto il profilo tecnico, ma anche e soprattutto sotto il profilo sociale”; lode all’importanza sociale e alla grande capacità di iniziativa e di sostegno ai più deboli espressa da Trieste Trasporti anche da parte dell’assessore alle Politiche So ciali del Comune di Trieste, Carlo Grilli.
Come funziona?
È semplice. Chi non vede o vede molto poco attiva il bastoncino grazie a una serie di comandi integrati nell’impugnatura; i comandi a loro volta inseriscono una delle diverse modalità di funzionamento, ciascuna adatta a una particolare situazione: sia essa il non vedente che si muove anteponendo il bastoncino ai suoi passi, o chi ha accanto a sé il cane guida, o ancora l’ipovedente che ha bisogno di un ausilio alla sua visione ridotta e può usare la sola impugnatura in modalità audio attraverso cuffia. E una volta attivato, il bastoncino Letismart inizia a interrogare i sensori disposti nello spazio che lo circonda, a ricevere da loro informazioni e a parlare a chi lo impugna. Avvisando, ad esempio, di essere prossimo all’attraversamento pedonale, o un ostacolo sul cammino, ad esempio di un cantiere sul marciapiede – se il cantiere è dotato di sensori di risposta. O segnalandogli che è arrivato al negozio o all’ufficio dove voleva recarsi, o informandolo dell’arriv o dell’autobus alla fermata, confermandogli anche che si tratta di quello giusto su cui avrebbe voluto salire. In quest’ultimo caso, Letismart preavvisa anche il conducente, che sa, così, di doversi preparare a far salire a bordo una persona con disabilità visiva. Il segnale acustico che viene emesso dai sensori e recettori del dialogo con Letismart, e che guida ad esempio il non vedente mentre sale a bordo, è stato particolarmente studiato per essere molto direzionale, evitando così di risultare fonte di disturbo, e di essere chiaramente distinto fra gli altri e percepito con chiarezza da chi ne ha bisogno. Le potenzialità, una volta iniziata l’implementazione, sono enormi, e le idee su come esso possa svilupparsi, intriganti e straordinarie: immaginiamo la possibile interattività di strumenti di questo genere con impianti collegati alle terminazioni nervose, o con particolari occhiali: cose molto lontane dalla fantascienza: il seme è stato gettato. L’intera infastrut tura di Letismart, che sostituisce l’obsoleto infrarosso – pur essendo un enorme passo avanti rispetto al nulla, l’infrarosso presentava una serie di problemi tecnici difficilmente risolvibili che ne impedivano un maggiore sviluppo – già oggi può essere gestita e aggiornata da remoto. Attraverso la tecnologia di comunicazione a larga banda 5G Wireless potrebbe, e anche qui è chi scrive a immaginarlo, ma anche a dirsi: ‘perché no’, diventare in un vicino domani parte di un’infrastruttura IoT o Internet of Things, e dialogare interagendo con moltissime altre cose e facendo anche molto altro.
Trieste Trasporti, dopo la sperimentazione avviata a gennaio su dieci autobus Man della linea 5 fra Roiano e Piazza del Perugino, ha iniziato a installare la versione definitiva di Letismart nello scorso mese di giugno, e, presa la decisione di acquisire i primi 300 kit prodotti da Scen, entro ottobre 2019 ne sarà dotata tutta la flotta. Semafori, negozi, viabilità urbana, cantieri e luoghi di pubblica utilità sono ancora tutti da attrezzare; però questo si può fare, e non è tecnicamente complesso. Richiederà decisioni da parte dell’amministrazione pubblica e dei privati, tempo e investimenti, ma il limite tecnico sta scomparendo e se oggetti come Letismart, che attualmente ha un’autonomia di circa 10 ore ed è alimentato da batteria ricaricabile, diventeranno uno standard, cosa per cui l’Unione Italiana Ciechi intende adoperarsi, ed entreranno nella produzione di massa, il loro costo diventerà irrisorio, con un enorme passo avanti verso l’autonomia personale e la ges tione in libertà dei propri movimenti e delle proprie giornate. È un domani che vogliamo immaginare vicinissimo.
di Roberto Srelz