Avvenire del 26-02-2016: 189mila sordociechi, isolato in casa il 57%
Un popolo nascosto, nel buio e nel silenzio. Le stime sui sordociechi in Italia finora oscillavano tra le 3mila e le 11mila persone. Ma la realtà è molto diversa. Il primo studio statistico sulla sordocecità elaborato dall’Istat rivela che sono 189mi-la, pari allo 0,3% della popolazione, uno ogni trecento. Ancora più preoccupante è che oltre la metà , 108mila persone, cioè il 57%, è confinata in casa – sul letto o in poltrona – perché non è in grado di svolgere necessità quotidiane elementari come camminare, lavarsi, vestirsi, prendere l’autobus. Una condizione che preclude totalmente ogni forma di vita sociale e spesso anche affettiva. Dati drammatici, che interpellano con forza la politica e i servizi socio- sanitari.
A rivelare una realtà finora sottovalutata è la Lega del Filo d’Oro – l’associazione che dal 1964 aiuta le persone sordocieche a connettersi con il mondo esterno – che ha commissionato all’Istituto nazionale di statistica lo studio «La popolazione italiana con problemi di vista e di udito». «Si tratta di una vera e propria emergenza – dice il segretario generale della Lega del Filo d’Oro Rossano Bartoli – e dunque è necessario individuare nuove modalità di risposta, a cominciare dalla piena attuazione della legge 107/2010» sui sordociechi. Il dossier è stato presentato alla Camera – alla vigilia della Giornata delle ma-lattie rare del 29 febbraio – dalla Lega del Filo d’Oro e, per l’Istat, da Linda Laura Sabbadini, direttore del dipartimento Statistiche sociali, e dal ricercatore Alessandro Solipaca. Secondo il dossier dunque il 64,8% dei sordociechi è donna, l’87,9% ha oltre 65 anni.
La distribuzione sul territorio rivela che il 31,5% è al Nord, il 21,4% al Centro, il 30,6% al Sud e il 16,8% nelle Isole. Ol- tre il 47% dunque nel Mezzogiorno. Inevitabile che la sordocecità sia spesso accompagnata da altre forme di invalidità , sia per la mancanza di stimoli nell’età dello sviluppo (il 95% di tutto ciò che apprendiamo ci arriva dalla vista e dall’udito), sia per l’età avanzata in molte persone che diventano sordocieche col passare degli anni. E dunque il 51,7% ha anche disabilità motorie, il 40,1% danni permanenti da insufficienza mentale, il 32,5% disturbi del comportamento e malattie mentali. Non meraviglia che solo il 2,4% sia laureato, il 7,7% diplomato, mentre l’89,9% ha frequentato solo la scuola dell’obbligo. Lo studio ricostruisce dunque le reali dimensioni della sordocecità , finora sottostimato, attraverso la classificazione internazionale ICF che considera la disabilità come risultato dell’interazione tra condizioni di salute e ambien te in cui vive.
E comunque le persone che hanno – non simultaneamente – disabilità sensoriali legate alla vista oppure all’udito sono 1 milione 700mila. Di queste, 9.855 sono bambini e ragazzi: 6.217 i sordi, 3.638 i ciechi. Nel 38,1% dei casi alla disabilità visiva è associata una disabilità intellettiva e nel 37,1% una disabilità motoria. Due bambini su 10 hanno disturbi nello sviluppo del linguaggio, il 16% difficoltà nell’apprendimento, l’11% di tipo affettivo-relazionali. Per i bambini con problemi uditivi, il 31,2% ha altre due disabilità : intellettiva (26,3%), disturbo del linguaggio (24%).
I 108 mila 'fantasmi' costretti a passare la vita in una stanza non sono in grado di spostarsi con i mezzi pubblici (l’88%), né di accedere agli edifici pubblici (l’85%). Ma i problemi di isolamento coinvolgono una porzione anche superiore al 57% dei 'confinati': arriva infatti al 64% la percentuale dei sordociechi che ha difficoltà a incontrare amici e parenti, al 78,7% chi non riesce nemmeno a occuparsi dei propri interessi, a partecipare a eventi culturali o di intrattenimento.
di Luca Liverani