La Basilica Patriarcale di Aquileia e l’accessibilità a tutti i livelli

La Basilica Patriarcale di Aquileia e l’accessibilità a tutti i livelli
 

Grande eco ha ricevuto, e giustamente, sulla stampa locale ma anche nazionale, l’evento svoltosi presso la Basilica Patriarcale di Aquileia l’11 luglio scorso, dove l’ANFAMIV (Associazione Nazionale delle Famiglie delle Persone con Minorazioni Visive) era rappresentata dal professor Giampaolo Bulligan e da chi scrive [Lorenza Vettor, N.d.R.].
La stessa ANFAMIV era già stata coinvolta in un incontro nel febbraio scorso, su invito di Anna Maria Viganò, referente per il progetto Accessibilità, che la Basilica Patriarcale ha intrapreso dall’inizio di quest’anno e nel corso del quale erano stati trattati temi importanti, quali l’accessibilità per tutti e la multisensorialità, oltreché la formazione per tutto il personale – museale e non – che vi opera.

All’evento di luglio erano presenti numerose autorità, fra le quali Andrea Bellavite, direttore della Fondazione Società per la Conservazione della Basilica di Aquileia (So.Co.Ba), che per l’occasione ha dichiarato: «Basilica per tutti, perché chiunque voglia gustare tanta bellezza deve avere l’opportunità di farlo, immergendosi nelle radici spirituali di una città millenaria e in un patrimonio di storia e arte, ma anche di accoglienza e inclusione».
E ancora, l’arcivescovo metropolita di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, che nel suo appassionato intervento ha sottolineato «il ruolo che ebbe Aquileia non solo nella diffusione del Cristianesimo in questa parte del continente, ma anche come luogo di incontro fra culture e religioni diverse».
A seguire, Veronica Donatello, responsabile del Servizio Nazionale CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per la Pastorale delle Persone con Disabilità e Consultore del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, che ha ricordato l’importanza di un’arte accessibile a tutte le forme di disabilità.

Ed ecco, allora, il senso dell’evento, in cui il pezzo forte era il pannello tattile tiflologico Nodo di Salomone, realizzato dal Gruppo Mosaicisti di Ravenna.
Parliamo della raffigurazione di uno dei simboli spirituali più noti e “trasversali”, il triplo Nodo di Salomone, appunto, icona della congiunzione fra l’umano e il divino, uno degli elementi più emblematici nel pavimento musivo della Basilica di Aquileia.
I materiali utilizzati nella riproduzione consentono di cogliere a chi si approccia alla sua esplorazione tattile i particolari della figura musiva, generando in chi “guarda con le mani” la rappresentazione tridimensionale del mosaico attraverso il riconoscimento tattile dei diversi livelli di stratificazione e quindi di coglierne le forme e la diversità dei colori. Le tavole tattili sensoriali restituiscono così il rilievo del mosaico, che è composto da tessere poste su diversi livelli, e generano l’effetto di “bassorilievo” percepibile nelle sue forme al tatto. Il percorso valorizza in tal modo i sensi residui di chi non vede o vede poco e conduce, attraverso l’esplorazione tattile, alla rappresentazione mentale di esso. La sovrapposizione dei piani di costruzione dell’opera permette altresì di comprendere come venga costruito un mosaico, partendo dalla terra e poi dai sassi, fino ai livelli su cui saranno inserite le tesserine che compongono il disegno musivo.

Sono quattro, in particolare, i livelli del pannello: dal basso verso l’alto lo statumen, composto da materiale vario anche per dimensione, come ciottoli, mattoni frantumati e/ o cocci di vasellame, dalla funzione prettamente drenante; quindi il rudus, costituito da una malta a base di calce e per livellare il piano di posa del mosaico. Il terzo livello è quindi il nucleus, fatto di una malta a base di calce, sabbia e polvere di marmo, per tracciare le linee di disegno preparatorio del mosaico. Infine, il sovranucleus, ovvero quello strato di malta con granulometria estremante fine, nel quale vengono poste le singole tessere del mosaico.
Il prototipo è stato realizzato, a perfetta riproduzione del Nodo di Salomone della Basilica di Aquileia, con tessere nere che costituiscono la linea di disegno principale del mosaico, e con tessere colorate – nello specifico gialle, rosse e arancio – che vengono individuate dal tatto sensibile della persona con disabilità visiva, poiché separate da una linea interstiziale lievemente più larga che segue il perimetro di ogni linea di colore. Il livello più basso contiene le tessere bianche sul fondo del mosaico. La fase finale del lavoro ha riguardato anche la resa estetica del prototipo, trattato e “antichizzato” per renderlo il più simile possibile ad un lacerto originale di mosaico.

Ad integrazione del pannello Nodo di Salomone è in fase di revisione la linea delle audioguide della Basilica, ridefinite con criteri di attrattività innovativa anche per le persone con diverse disabilità che le utilizzeranno, e contestualmente sono state implementate le app per smartphone e altri dispositivi.
Per quanto poi riguarda il progetto di sensibilizzazione e accessibilità per persone sorde e ipoudenti, esso si è sviluppato prevedendo l’utilizzo della LIS (Lingua dei Segni Italiana) o in alternativa l’oralismo, metodo di insegnamento della lingua parlata ai sordi, basato sull’importanza dell’espressione verbale e della lettura delle labbra.
All’interno della Basilica saranno disponibili visite per piccoli gruppi con un massimo di quindici persone sorde con utilizzo LIS, oppure sei-sette persone oraliste, poiché la lettura labiale necessita di essere più concentrati e più vicini possibili alla guida.
Le visite potranno essere via via implementate attraverso l’utilizzo di strumenti capaci di concretizzare volti e riferimenti legati alla Basilica di Aquileia, ad esempio quaderni a fogli estraibili con immagini e foto dei Patriarchi.

E da ultimo, ma non ultimo, attraverso speciali progetti sono state rimosse da qualche anno le barriere architettoniche di ostacolo alle persone con disabilità motoria, per favorire l’accesso alla Basilica nelle diverse aree di essa, collegate attraverso corridoi pavimentati con passerelle trasparenti.

Al progetto hanno collaborato la tiflologa con disabilità visiva Deborah Tramentozzi e Mara Trusso, operatrice didattica per persone sorde presso i Musei Vaticani.

Vale dunque davvero la pena recarsi a visitare questa bella riproduzione tattile, ma anche visiva, guidati dal personale della Basilica a ciò appositamente formato.

di Lorenza Vettor,
Vicepresidente vicaria della FISH Friuli Venezia Giulia (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e, per questo evento, anche rappresentante dell’ANFAMIV di Udine (Associazione Nazionale delle Famiglie delle Persone con Minorazioni Visive).